Nei sette anni trascorsi dall'ultima pubblicazione di un album di Dev Hynes come Blood Orange, il musicista inglese non è certo rimasto con le mani in mano. Dopo l’intenso Negro Swan del 2018, il veterano musicista ha pubblicato un mixtape (Angel’s Pulse) e un EP (Four Songs), ha composto colonne sonore per film e TV ed è apparso in dischi con Lorde, Turnstile e Vampire Weekend. Nel frattempo, ha riflettuto sul futuro di Blood Orange. “Faccio sempre musica”, dice Hynes a Zane Lowe di Apple Music. Ma prima di poterla pubblicare, devo trovare risposta a una serie di domande: “Perché dovrebbe esistere? Qual è il punto?”. Poi, nel 2023, è morta sua madre e la direzione del quinto album dei Blood Orange, Essex Honey, è quindi diventata chiara. Ambientato nella contea vicino a Londra che Hynes un tempo chiamava casa, l’album è una sublime riflessione su cosa significhi davvero “casa”, filtrata attraverso il prisma del suo elegante ibrido di pop rarefatto, funk leggero come una piuma e suggestioni di post-punk e New Wave. Echi di ricordi musicali lontani tracciano sentieri nel passato: “Regressing back to times you know / Playing songs you forgot you owned / Change a memory, make it 4/3”, canta Hynes in ‘Westerberg’, brano il cui titolo rimanda al frontman dei The Replacements e la cui linea melodica ricorda quella di ‘Alex Chilton’, la canzone della band del 1987. Altre sorprese emergono nei groove di basso, negli assoli di sax, nelle chitarre distorte e nei voli orchestrali: un sample dei Durutti Column in ‘The Field, un’interpolazione di Elliott Smith cantata da Lorde in ‘Mind Loaded’, una riflessione sul blocco dello scrittore affidata alla voce di Zadie Smith in ‘Vivid Light’. L’atmosfera dominante è liminale, sospesa tra passato e presente; ma nelle mani di Hynes, persino il purgatorio assume i contorni del paradiso.