Fuso orario

I fusi orari sono porzioni longitudinali della superficie terrestre comprese tra due o più meridiani, che adottano lo stesso orario per scopi legali, economici e sociali. Prima della loro introduzione, nelle varie aree del pianeta si utilizzava l'ora solare locale (media o vera).
I fusi orari, unificando una fascia o una zona, permettono di regolare gli orologi di una regione o di uno stato sull'ora solare media del meridiano centrale del fuso in cui la zona si trova. Inizialmente, il mondo era suddiviso in 24 zone temporali, ciascuna delle quali copriva 15° di longitudine, con un proprio fuso orario e differiva da quella adiacente per un'ora. Successivamente, principalmente per ragioni politiche, si crearono 39 fusi orari, tuttora in uso.
La maggior parte dei fusi si discosta dal Tempo Coordinato Universale (UTC) per un numero intero di ore, da UTC-12 (isole Baker e Howland) a UTC+14 (isole della Linea); alcuni, tuttavia, presentano uno scostamento di 30 o 45 minuti (ad esempio il fuso orario di Terranova è UTC-3:30 e quello del Nepal è UTC+5:45).
Alcuni stati adottano l'ora legale per parte dell'anno, solitamente anticipando l'orario di un'ora. Molti fusi orari terrestri sono spostati verso est rispetto ai corrispondenti fusi orari nautici, creando così un effetto di ora legale permanente.
Caratteristiche e aggiustamenti
[modifica | modifica wikitesto]Considerando la Terra come un geoide, e tenendo presente che la rotazione terrestre si compie in circa 24 ore, dividendo i 360° della rotazione per 24 si può immaginare la superficie sferica divisa in 24 "spicchi" di 15° ciascuno, percorsi in un'ora. Questi spicchi sono chiamati "fusi orari", e per convenzione si assume che in tutto il fuso viga l'ora del meridiano centrale, quello che divide il fuso esattamente a metà.
I fusi orari sono quindi centrati sui meridiani con longitudine multipla di 15°; i confini delle zone di fuso orario risultano però irregolari, poiché generalmente seguono i confini degli stati.
Tutti i fusi orari sono definiti in relazione al Tempo Coordinato Universale (UTC). Il riferimento è il meridiano primo (longitudine 000) che attraversa l'Osservatorio reale di Greenwich, a Londra. Per questo motivo l'espressione "Tempo medio di Greenwich" (GMT) viene ancora frequentemente utilizzata (dalla BBC ad esempio) per indicare l'"orario base" rispetto al quale sono definiti gli altri fusi orari. UTC è, comunque, il termine ufficiale per l'orario attuale misurato con gli orologi atomici, distinto da quello determinato dall'osservazione astronomica che veniva effettuata a Greenwich.
A essere precisi, GMT (UTC) è l'ora locale di Greenwich solo tra le 01:00 UTC dell'ultima domenica di ottobre e le 01:00 UTC dell'ultima domenica di marzo. Per il resto dell'anno l'ora locale è UTC+1 (a causa dell'ora legale).
L'ora di un luogo è indicata con riferimento all'UTC. Ad esempio:
- Roma: UTC+1 (ovvero se sono le 12:00 UTC, allora sono le 13:00 a Roma)
- Los Angeles: UTC-8 (ovvero se sono le 12:00 UTC, allora sono le 04:00 a Los Angeles)
- Mumbai: UTC+5:30 (ovvero se sono le 13:00 UTC, allora sono le 18:30 a Mumbai)
- Seul: UTC+9 (ovvero se sono le 11:00 UTC, allora sono le 20:00 a Seul)
- Pechino: UTC+8 (ovvero se sono le 12:00 UTC, allora sono le 20:00 a Pechino)
Quando l'aggiustamento dovuto ai fusi orari determina un'ora che oltrepassa la mezzanotte, la data locale è spostata al giorno successivo. Alcuni esempi:
- Il Cairo: UTC+2 (ovvero se sono le 23:00 UTC di lunedì 15 marzo, allora l'ora del Cairo è la 01:00 di martedì 16 marzo)
- Auckland: UTC+12 (ovvero se sono le 21:00 UTC di mercoledì 30 giugno, allora l'ora di Auckland è le 09:00 di giovedì 1º luglio)
Quando l'aggiustamento dovuto ai fusi orari determina un'ora che precede la mezzanotte, la data locale è spostata al giorno precedente. Alcuni esempi:
- Buenos Aires: UTC–3 (ovvero se sono le 02:00 UTC di sabato 23 luglio, allora l'ora di Buenos Aires sono le 23:00 di venerdì 22 luglio)
- Honolulu: UTC–10 (ovvero se sono le 06:00 UTC di lunedì 1º maggio, allora l'ora di Honolulu è le 20:00 di domenica 30 aprile)
Nota: L'aggiustamento del fuso orario per una specifica località può variare a causa dell'ora legale.
- Ad esempio, la Nuova Zelanda, che normalmente segue UTC+12, osserva un aggiustamento di un'ora dovuto all'ora legale durante l'estate dell'emisfero australe, risultando in un'ora locale di UTC+13.
I militari indicano i fusi orari usando designazioni a una singola lettera. La "Z" indica l'UTC, i fusi orari in avanti rispetto all'UTC utilizzano le lettere della prima metà dell'alfabeto latino, mentre quelli indietro rispetto all'UTC sono designati con la seconda metà. I fusi orari con una deviazione dall'UTC non intera usano la lettera dell'ora locale intera più vicina all'UTC, con l'aggiunta di * o †. La lettera "J" si riferisce all'ora locale. Non esistono territori abitati che adottino l'ora del fuso indicato dalla lettera "Y" (UTC-12), ma quel particolare fuso orario viene comunque riconosciuto per comodità o per l'utilizzo da parte dei ricercatori che risiedono temporaneamente nell'Isola Baker o nell'Isola Howland, entrambe disabitate.
La Repubblica Popolare della Cina, nonostante abbia un'estensione territoriale (da est a ovest) tale da comprendere ben cinque fusi orari diversi, ha scelto di adottare in tutto il Paese il fuso orario di Pechino (UTC+8). Questo comporta che attraversando il confine tra Cina e Afghanistan (UTC+4:30) si incontra una differenza di tre ore e trenta minuti.
Orario ai poli
[modifica | modifica wikitesto]Per le regioni polari viene adottata convenzionalmente un'ora corrispondente a UTC per il Polo Nord e UTC+12 per il Polo Sud.
Le origeni
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Nel 1774 l'editore veneziano Antonio Zatta pubblicò un planisfero dal titolo Il mappamondo o sia descrizione generale del globo ridotta in quadro; lungo la fascia dei meridiani erano indicate anche le 24 ore, una ogni 15 gradi come gli attuali fusi orari, sovrastate dal titolo: «Ore di tutti i Paesi della Terra quando è Mezzodì a Venezia».[1] Questo è probabilmente il primo esempio di rappresentazione cartografica della distribuzione delle ore su un planisfero.
Fino a metà Ottocento il tempo era misurato nelle diverse località secondo un'ora locale legata al mezzogiorno e, di conseguenza, alla diversa longitudine. Data la bassa velocità di spostamento e la lunga durata dei viaggi, queste differenze di orario erano trascurabili. La crescente diffusione di telegrafi e treni rese però necessario un coordinamento delle diverse ore locali.
L'utilizzo di un orario uniforme nonostante la diversità di longitudine si verificò con l'adozione dell'orario di Londra (London Time) nelle tabelle orarie dei treni della Great Western Railway a partire dalla fine del 1840. Furono impiegati cronometri sincronizzati e portatili per superare la confusione derivante da tempi locali differenti tra le varie stazioni.[2]
«London time is kept at all the Stations on the Railway, which is about 4 minutes earlier than Reading time; 5½ minutes before Steventon time; 7½ minutes before Cirencester time; 8 minutes before Chippenham time; 11 minutes before Bath and Bristol time; and 14 minutes before Bridgewater time.»
«In tutte le stazioni ferroviarie è valido l'orario di Londra, che è circa 4 minuti prima dell'orario di Reading; 5 minuti e mezzo prima dell'orario di Steventon; 7 minuti e mezzo prima dell'orario di Cirencester; 8 minuti prima dell'orario di Chippenham; 11 minuti prima dell'orario di Bath e Bristol; e 14 minuti prima dell'orario di Bridgewater.»
Dal 1 dicembre 1847 alcune linee ferroviarie (London and North-Western Railway) iniziarono ad usare l'orario di Greenwich,[3] seguendo la proposta di Henry Booth di adottare tale orario come tempo uniforme a partire dal gennaio 1848.[4] Da agosto 1852 i segnali per le linee ferroviarie iniziarono ad essere trasmessi dall'Osservatorio di Greenwich tramite le linee telegrafiche. Nel 1855 la maggior parte degli orologi pubblici in Gran Bretagna utilizzava già tale orario, che cominciò ad essere denominato ora media di Greenwich, sebbene diventasse l'ora ufficiale solo nel 1880.[5] Durante questo periodo alcuni orologi erano dotati di due minuti, uno per l'ora locale e l'altro per l'ora GMT.[6]
L'esistenza di un tempo medio statale rese a sua volta evidente la necessità di un ulteriore coordinamento tra gli stati, stabilendo differenze di orario non in minuti, ma in ore intere.
Una prima descrizione dei fusi orari si deve a una pubblicazione in inglese, Miranda, di Quirico Filopanti nel 1858, ma la sua idea fu conosciuta solo molto tempo dopo la sua morte. Egli propose 24 fusi orari e anche un tempo universale da utilizzare in astronomia e telegrafi.[7][8]
L'introduzione dei fusi orari è normalmente attribuita a Sandford Fleming, ingegnere capo delle ferrovie canadesi, che nel 1879 utilizzò tale sistema per rispondere alle necessità delle compagnie ferroviarie di avere un orario locale coerente tra le varie stazioni.[9] Il 18 novembre 1883 le ferrovie degli Stati Uniti e del Canada furono le prime a istituire i fusi orari quando stabilirono quattro fusi orari continentali del Nord America.
Il sistema dei fusi orari fu discusso nel corso della Conferenza internazionale dei meridiani convocata a Washington nell'ottobre del 1884, a cui parteciparono 25 paesi tra i quali l'Italia. La Conferenza stabilì le regole generali del sistema che fu ufficialmente adottato come standard internazionale a partire dal 1º novembre.
Italia
[modifica | modifica wikitesto]In Italia inizialmente venne introdotta un'ora ferroviaria per gli orari dei treni, ovvero l'ora della città principale da cui si diramava la linea. Le prime ore ferroviarie furono quelle di Napoli (Napoli-Portici) e Milano (Milano-Monza), mentre nel 1866 ne esistevano sei: Torino, Verona, Firenze, Roma, Napoli e Palermo.[10]
Nel Regno d'Italia, dal 12 dicembre 1866 (inizio orario invernale), venne adottato il "tempo medio di Roma" per ferrovie, poste e telegrafi, con l'eccezione delle isole di Sicilia e di Sardegna, per le quali fu stabilito rispettivamente il tempo medio di Palermo e il tempo medio di Cagliari.[11] Progressivamente il tempo medio di Roma venne adottato dalle singole città di propria iniziativa per tutti gli usi pubblici: Milano dal 12 dicembre 1866 (appena entrato in vigore), Torino e Bologna dal 1º gennaio 1867, Venezia solo dal 1º maggio 1880. Il tempo medio di Roma fu adottato anche in Sardegna (a Sassari dal 1872 e a Cagliari dal 1886), mentre in Sicilia fu mantenuto il tempo medio di Palermo fino all'introduzione del fuso orario dell'Europa Centrale.[10]

A partire dal 1875 fu in modo particolare Enrico Frassi a promuovere l'adozione dei fusi orari a livello internazionale.
In Italia, dal 1º novembre 1893, venne adottato il fuso orario corrispondente a 15° Est da Greenwich,[12], in pratica centrato sul meridiano di Termoli–Etna.
Si riporta una tabella pubblicata nel 1892[13] per confrontare il tempo medio locale sia con il tempo medio di Roma sia con il tempo relativo al nuovo fuso orario. Le località sono ordinate da quelle più a ovest (segno negativo, con ritardo rispetto ai meridiani di riferimento) a quelle più a est (segno positivo, in anticipo).
Luogo | Differenza dal tempo | |
---|---|---|
medio di Roma | dell'Europa centrale | |
Monte Thabor (estremità occidentale del Regno[14]) | -23m 32s | -33m 36s |
Torino | -19m 09s | -29m 13s |
Cagliari | -13m 25s | -23m 59s |
Milano | -13m 09s | -23m 13s |
Bologna | -4m 54s | -14m 58s |
Firenze | -4m 31s | -14m 35s |
Venezia | -0m 30s | -10m 34s |
Roma | — | -10m 04s |
Palermo | +3m 49s | -6m 15s |
Napoli | +7m 05s | -2m 59s |
Termoli | +10m 04s | — |
Catania | +11m 01s | +0m 57s |
Messina | +12m 22s | +2m 18s |
Bari | +17m 32s | +7m 28s |
Capo d'Otranto | +24m 08s | +14m 04s |
Lista dei fusi orari e delle zone in essi contenute
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Le regioni segnate con * osservano l'ora legale aggiungendo 1 ora in estate. Si noti che l'orario di alcune regioni differisce di più di 24 ore. I due fusi orari più estremi differiscono di 26 ore quindi, per due ore al giorno, le date differiscono per due giorni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Zuliani G. (?) (1774), Planisfero terrestre con fusi orari, su BEWEB.
- ^ (EN) Standardising Time: Railways and the Electric Telegraph, su Science Museum, 4 ottobre 2018.
- ^ (EN) The Railway Chronicle, London and North-Western Railway, 27 novembre 1847, p. 1.
- ^ (EN) H. Booth, Uniformity of Time, London, 1847.
- ^ (EN) Railway Time, su Greenwich Mean Time. URL consultato il 30 marzo 2025.
- ^ (EN) Bristol Time, su Greenwich Mean Time. URL consultato il 30 marzo 2025.
- ^ Quirico Filopanti, Miranda, 1858, pp. 387-388.
- ^ Miranda! I fusi orari, su badigit.comune.bologna.it. URL consultato il 24 luglio 2016.
- ^ (EN) Sandford Fleming, Time Reckoning and Prime Meridian, 1879.
- ^ a b Giuseppe Rocca, L'ora universale, in La rassegna nazionale, 1893, pp. 38-76.
- ^ Regio decreto 22 settembre 1866, n. 3224, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 9 ottobre 1866. URL consultato il 30 marzo 2025.
- ^ Regio decreto 10 agosto 1893, n. 490, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 31 agosto 1893. URL consultato il 30 marzo 2025.
- ^ Atti del primo convegno congresso geografico italiano, II/1, 1892, p. 68.
- ^ Il massiccio del Thabor era la zona più occidentale del Regno d'Italia; il punto più occidentale non era la sua vetta principale ma la Rocca di Chardonnet.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) time zone, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN, FR) Fuso orario, su Enciclopedia canadese.
- Italian Standard Time, su Istituto nazionale di ricerca metrologica. URL consultato il 30 marzo 2025.
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